Concorrenza tra India e Repubblica Popolare Cinese in Asia Centrale

La maggioranza degli economisti oggi sembra essere concorde sul fatto che la regione Asia-Pacifico sia una delle aree che presenta il maggiore potenziale di crescita per i prossimi decenni. Tale potenziale si fonda, però, sulla necessità di garantire un’infrastruttura adeguata, compito sicuramente non agevole viste anche le recenti stime della Asian Development Bank che prevedono un fabbisogno di spesa per infrastrutture nella regione dell’Asia-Pacifico pari a 1,7 trilioni di dollari l’anno.

https://www.adb.org/news/asia-infrastructure-needs-exceed-17-trillion-year-double-previous-estimates.

Ma per quanto riguarda la questione degli investimenti infrastrutturali imponenti, non può non essere menzionata l’iniziativa cinese Belt and Road Initiative (BRI), lanciata ufficialmente dal presidente Xi Jinping durante una visita di stato in Kazakistan nel 2013 e che ha richiamato l’attenzione internazionale. Data la sua posizione geografica come corridoio privilegiato sull’asse est-ovest, l’Asia centrale costituisce il cuore dei legami commerciali della BRI. La Repubblica Popolare Cinese, tuttavia, non è l’unico attore regionale in grado di dare una spinta determinante alla connettività

centroasiatica. Anche l’altro gigante asiatico, l’India, ha iniziato a muoversi in tale direzione. Così facendo, l’India ha attratto l’interesse di diversi stati della regione sollecitati a trovare altri partner esterni in grado di bilanciare la crescente presenza geo-politica della Repubblica Popolare Cinese nel loro vicinato. La strategia dell’India appare articolata nel quadro del progetto infrastrutturale chiave di Nuova Delhi, cioè il Corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud (International North–South Transport Corridor – INSTC). L’obiettivo è quello di garantire un percorso più veloce tra il territorio indiano e quello della Federazione Russa, consentendo alle merci indiane (come abbigliamento, prodotti chimici e prodotti agricoli) di raggiungere l’Iran, l’Asia centrale e alcune parti dell’Europa superando il Pakistan, rivale storico dell’India. L’aumento delle importazioni indiane di gas naturale, petrolio e uranio dall’Asia centrale e dall’Iran

sembra essere un altro obiettivo ragguardevole.

Una volta completato, lo INSTC potrebbe accrescere gli scambi commerciali tra l’India e l’Asia centrale (incluso l’Iran), con stime che prevedono un incremento in grado di raggiungere i 170 miliardi di dollari a partire dall’attuale livello di 1 miliardo di dollari. A titolo comparativo, nel 2016 gli scambi tra la Repubblica Popolare Cinese e l’Asia centrale ammontavano a 30 miliardi di euro. La più chiara rappresentazione della competizione infrastrutturale in corso tra Cina e India sono i porti di Gwadar in Pakistan (sostenuto dalla Repubblica Popolare Cinese) e il porto iraniano di Chabahar (sostenuto dall’India). Situati vicino al Golfo di Oman e a circa 150 km l’uno dall’altro, rappresentano due importanti punti di accesso commerciali diversi e in concorrenza. Per il momento però, secondo gli analisti di geopolitica, Pechino sembra meglio posizionata rispetto all’India, sia per quanto riguarda la “sfida dei porti”, sia per quel che riguarda la più generale competizione infrastrutturale in Asia centrale.


Carlo  Marino

#carlomarinoeuropeannewsagency

Esperto in relazioni internazionali. Giornalista della European News Agency (Germania), corrispondente da Roma.