Venti di guerra nel Caucaso tra Armenia ed Azerbaigian


Il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev

Scontri nel Caucaso tra l’esercito dell’Azerbaigian e le truppe armene nella regione di Marduni nel Karabakh hanno provocato da ieri 27 settembre 2020 almeno una decina di morti per lo più armeni e diversi feriti anche tra la popolazione di origine azera della zona di confine tra I due paesi.

Il Patriarca Karekin II, il Catholikos di tutti gli armeni, ha interrotto la sua visita a Roma dove doveva incontrare Papa Francesco ed è rientrato in patria.

L’Armenia è considerata dalla comunità internazionale paese occupante della regione del Nagorno-Karabakh e dei distretti circostanti. L’Armenia sta violando le Risoluzioni 822,853, 874 e 884 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che chiedono ad Erevan il ritiro completo delle sue truppe dai territori occupati e rivendicati dall’Azerbaigian.

Il Patriarca Karekin II, il Catholikos di tutti gli armeni

L’esercito azero sta attualmente conducendo una controffensiva in risposta alla provocazione militare. Posso dire che l’operazione è andata a buon fine. Come risultato del successo della controffensiva, sono stati gravemente danneggiati mezzi militari e uomini del nemico. Diversi insediamenti azerbaigiani occupati sono stati liberati “, ha dichiarato il presidente della Repubblica dell’Azerbaigian e Comandante in capo delle forze armate Ilham Aliyev nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza, ha riferito l’Agenzia di stampa azera AZERTAC.

Congratulandosi con il popolo dell’Azerbaigian per il successo della controffensiva dell’esercito azero, Ilham Aliyev ha detto: “Sono fiducioso che la nostra controffensiva riuscirà a porre fine all’occupazione! Finirà così l’ingiustizia! Si metterà fine all’occupazione che dura da quasi 30 anni! Perché la gente dell’Azerbaigian vuole vivere nelle proprie terre. Il cittadino azero vive desiderando la sua patria. Le persone che sono state cacciate con la forza dalle loro terre ancestrali dagli armeni, dalla leadership armena, vogliono tornare alle loro terre native anche se le loro case sono già state distrutte dai barbari. Guardate le rovine di Aghdam. Guardate le rovine di Fuzuli. Guardate lo stato delle nostre moschee nei territori occupati, lo stato dei nostri cimiteri. Tutto questo è stato commesso dai carnefici armeni, e noi abbiamo assolutamente ragione. La nostra lotta è una lotta per la giustizia e oggi i cittadini dell’Azerbaigian sostengono pienamente lo stato. Sentiamo sempre forte tale sostegno. I cittadini dell’Azerbaigian sono con l’esercito azerbaigiano, e rivolgendomi ai nostri compatrioti che non sono stati in grado di tornare nelle loro terre natali per quasi 30 anni diciamo loro che faremo del nostro meglio per riportarti nelle loro terre native “.

Oggi Mosca ha chiesto alle due parti, entrambe regioni facenti parte dell’ex Unione Sovietica, di applicare un immediate cessate il fuoco ed iniziare colloqui tra i belligeranti.

Carlo Marino

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