Quarant’anni di Cina di Daniela Caruso

In una situazione in cui l’Occidente, e in particolare l’Italia, continua ad essere impreparato a fronteggiare lo sviluppo irrefrenabile della Repubblica Popolare Cinese – sicuramente senza pari nella storia moderna e paragonabile forse solo all’ascesa dell’Europa devastata dopo la Seconda Guerra Mondiale- il volume “Quarant’ anni di Cina”, della sinologa Daniela Caruso, pubblicato per i tipi di Eurilink, casa Editrice della Link Campus University, è una bussola per orientarsi verso il nuovo mondo che si affaccia all’orizzonte dall’Asia. Si tratta di un volume che mancava nel panorama editoriale italiano e che si poggia su citazioni originali in lingua cinese (tradotte in italiano per i non sinologi) che fanno da base scientifica per le affermazioni espresse dall’autrice che utilizza nella sua ricerca anche riviste pubblicate nella Repubblica Popolare Cinese.

Dopo un’interessante introduzione, l’attenzione viene carpita a partire dalle pagine 42-44 paragrafo 2.1 “La sicurezza innanzitutto”. La storia della Repubblica Popolare Cinese va vista soprattutto in tale ottica. E poi il Focus a pag.51 che ci fa comprendere in maniera chiara quello che si intende con socialismo con caratteristiche cinesi.

Grazie all’era delle riforme inaugurata da Deng, la Cina apriva con successo una nuova e sconosciuta fase di pacifica convivenza tra socialismo e capitalismo. E tale convivenza è diventata uno dei tratti distintivi del socialismo con caratteristiche cinesi.

Altra idea cruciale per comprendere qualcosa del sommovimento che la RPC sta creando a livello globale è anche quella di civiltà ecologica: idea introdotta nel 2012 che fa il pari con il concetto di società moderatamente prospera (Hu Jintao).

Per la leadership cinese, il termine “Civiltà” ha sempre significato il modello cui bisogna aspirare ma serve anche a distinguere il modello di modernizzazione della Cina da quello occidentale, poiché il termine “modernizzazione della Cina “è stato spesso associato al termine occidentalizzazione.

Le sette linee di Hu Jintao in questo caso vanno lette ed analizzate con particolare attenzione.

Dopo aver parlato in maniera circostanziata dell’ascesa di Xi Jinping l’autrice mette giustamente in evidenza che esiste uno stretto legame tra il rinascimento della Repubblica Popolare Cinese ed il fatto che essa stia diventando una potenza mondiale e a questo riguardo nel libro viene citato Ye Zicheng, autore di Inside China’s Grand Strategy: The Perspective from the People’s Republic, Lexington, 2011 . Se la Repubblica Popolare Cinese non diventerà una potenza globale, la rinascita della nazione cinese sarà incompleta .

Inoltre, la Nuova Via della Seta costituisce un’utile mossa economica per affrontare la maggior parte dei problemi di sicurezza che la Repubblica Popolare Cinese ha con i suoi vicini.

Dal libro viene fuori un’immagine della Repubblica Popolare Cinese che supporta i paesi con i quali entra in contatto sviluppando rapporti paritetici con l’obiettivo di vantaggi reciproci del tipo win win.

Non si può che essere d’accordo con quanto scrive l’autrice e cioè che la RPC difficilmente consente agli analisti di fare previsioni e che è sicuramente fuorviante tentare di rintracciare scenari futuri perché con questo immenso Paese il futuro è già qui. L’ascesa della Repubblica Popolare Cinese continua e l’equilibrio del potere mondiale sta cambiando con l’espandersi dell’influenza internazionale di Pechino che obbliga a rivedere i fondamenti dell’ordine esistente. In buona sostanza, secondo l’autrice, la Repubblica Popolare Cinese non cerca un capovolgimento di posizioni antagoniste, ma una “declinazione multipolare dell’ordine esistente, progettando sé stessa quale leader mediatore e garante di nuovi grandi equilibri “.

Carlo Marino

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Esperto in relazioni internazionali. Giornalista della European News Agency (Germania), corrispondente da Roma.