Presentata a Roma la “Storia dell’arte cinese del XX e XXI secolo” di Lü Peng

Il 29 febbraio si è tenuta a Roma, presso la Biblioteca Enzo Tortora, la presentazione dell’opera dello storico dell’arte cinese Lü Peng «Storia dell’arte cinese del XX e XXI secolo», alla presenza dell’autore, dell’ottima traduttrice Ornella De Nigris e di Manuela Schiavavo coordinatrice per la Casa Editrice Rizzoli che ha pubblicato il testo in due volumi.

Il Prof. Filippo Salviati, docente di storia dell’arte cinese e coreana, all’Università La Sapienza di Roma ha moderato l’incontro.

Come ha scritto Ornella De Nigris nella prefazione all’edizione italiana : «Questo libro è un racconto (gushì 故事) della rinascita dell’arte cinese avvenuta tra la fine del XIX secolo e i nostri giorni» e l’autore è uno dei principali curatori e studiosi di arte cinese.

 Nel momento in cui la Cina è ridiventata una indiscussa potenza mondiale è diventato importante conoscere anche la storia dell’arte cinese. L’arte del XX e XXI secolo consente al lettore di percorre un itinerario alla scoperta di mondo artistico ricco di fascino. Oggi il lavoro di Lϋ Peng aggiunge un valore aggiunto sia rispetto agli studi sull’arte contemporanea cinese curati da Filippo Salviati che al volume “Arte Contemporanea, Oriente/Occidente – dal 1945 ad oggi” di Ada Lombardi.

Se l’arte cinese può apparire in occidente come un fenomeno esoterico, bisogna sottolineare che l’arte è soprattutto storia. Lϋ Peng – secondo quanto ha detto – ha cominciato a studiare l’arte partendo dal Vasari e dall’arte italiana. Si è focalizzato poi sul XIX e XX secolo reputandolo un periodo imprescindibile per la storia dell’arte cinese e la prima edizione dell’opera risale al 2006. Il problema di fondo nell’approccio all’arte cinese è lo iato tra “prima e dopo il 1949”, anno della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. In Cina si dibatte ancora sulla questione se la storia dell’arte cinese precedente alla Rivoluzione possa dirsi cinese o no. Nelle Accademie e nelle Università cinesi tutta la storia dell’arte trattata di solito arriva fino all’Impressionismo, ma l’arte sviluppatasi in Cina dopo l’apertura del 1978 è anche il risultato di un nuovo approccio offerto agli artisti e ai critici dal contatto con l’arte non cinese. Tuttavia, non sono molti gli storici dell’arte che si occupano di tutta la Storia dell’arte cinese, cioè dell’arte dei periodi repubblicani che si sono succeduti prima della Rivoluzione. L’opera di Lϋ Peng guarda al secolo dell’arte cinese mettendo a confronto la cultura cinese e quella europea.

Lo scontro maggiore è stato quello che si è svolto tra pittura occidentale e pittura cinese: la pittura cinese si evidenzia come arte nobile del wenren (文人),il dotto letterato tradizionale e, per tale motivo, si verificò uno scontro di vedute nei circoli artistici cinesi. I momenti chiave del racconto dell’arte cinese sono le Guerre dell’Oppio (1842 e dal 1856 al 1860) e il periodo delle invasioni delle potenze occidentali dopo la vittoria sulla Cina conclusasi con il Trattato di Nanchino (1842) e i Trattati di Tientsin (1885): ciò ebbe un profondo impatto ed è il periodo in cui la classe dirigente decise di studiare e capire di più le potenze che avevano riportato la vittoria su quello che fu il Celeste Impero. Molti studiosi cinesi si diressero allora in occidente per apprendere, compresi gli artisti che si recarono a studiare il Rinascimento ed i fenomeni modernisti. Un secondo scontro di carattere storico si ebbe tra realismo e modernismo, tra arte e politica: sia per il Kuomintang che per i comunisti si presentò la necessità di confrontarsi con l’arte. Nella storia dell’arte cinese degli anni Trenta il movimento modernista era approcciato liberamente dagli artisti ma, dal momento dell’aggressione giapponese della Manciuria 1931, che si sarebbe poi protratta per i successivi 14 anni, tale movimento fu costretto a diventare arte realista e militante.

La contraddizione in cui gli artisti attuali si dibattono è quella della globalizzazione: come gli artisti cinesi possono abbattere i confini culturali portando avanti tematiche comuni a tutti gli artisti del mondo senza perdere l’identità?

Il punto di vista dell’autore è di carattere storico e dà voce alla dinamicità e alla vivacità che hanno caratterizzato la tensione tra tradizione e modernità, in cui gli artisti hanno instancabilmente tentato di adattarsi alle vicissitudini storiche, politiche e culturali della Cina.  Ornella De Nigris la traduttrice si è trovata di fronte ad un’opera molto complessa. Riferimenti alla tradizione artistica cinese richiedevano approfondimenti, per cui la traduzione è stata eseguita pensando soprattutto a rendere fruibile il testo a chi si avvicina all’arte cinese. L’opera è impreziosita da oltre cinquecento illustrazioni a colori che mostrano la varietà di espressioni artistiche dei vari momenti storici guidando il lettore all’apprezzamento visuale delle opere menzionate nel testo. Si tratta di un’opera imperdibile per comprendere una civiltà “lontana”, ma anche vicina, per capire come si è sviluppata nel corso dei secoli.

Carlo Marino

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Esperto in relazioni internazionali. Giornalista della European News Agency (Germania), corrispondente da Roma.