Si è aperta in Cina la XIV Assemblea nazionale del popolo

La crescita del Pil della Cina dal 1978 al 2023

Martedì 5 marzo, il premier Li Qiang ha aperto la seconda sessione della XIV Assemblea nazionale del popolo (Anp) presentando il suo primo “Rapporto sul lavoro del governo” in cui si legge:

«Il 2023 è stato il primo anno di piena attuazione dei principi guida del 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese (PCC). È stato anche il primo anno in cui il governo ha potuto svolgere i propri compiti in conformità con la legge. Di fronte a un ambiente internazionale insolitamente complesso e al compito impegnativo di promuovere le riforme e lo sviluppo garantendo la stabilità in patria, il Partito e il Comitato Centrale, con al centro il compagno Xi Jinping, hanno riunito i cinesi di tutti i gruppi etnici e li hanno guidati nella resistenza contro le pressioni esterne in modo da superare le difficoltà interne con forte dedizione.

Abbiamo, inoltre, assicurato una transizione graduale nella risposta all’epidemia a seguito dell’importante e decisiva vittoria nella lotta contro il Covid 19. I principali obiettivi e compiti per lo sviluppo economico e sociale nel 2023 sono stati raggiunti e si sono stabilizzati i progressi nel perseguire uno sviluppo di alta qualità, nel mantenere la stabilità sociale complessiva, compiendo solidi progressi nella costruzione di un moderno paese socialista sotto tutti gli aspetti».

Riassumendo di seguito i principali obiettivi di sviluppo della Cina per il 2024 sono: crescita del prodotto interno lordo (Pil) intorno al 5 per cento; oltre 12 milioni di nuovi posti di lavoro urbani; tasso di disoccupazione del 5,5 per cento circa; inflazione intorno al 3 per cento; rapporto deficit/Pil al 3 per cento; crescita del reddito personale al passo con la crescita economica; produzione di grano di oltre 650 milioni di tonnellate; diminuzione di circa il 2,5 per cento del consumo di energia per unità di Pil.

Secondo la stessa leadership cinese non sarà facile centrare tali obiettivi, che appaiono ambiziosi soprattutto perché la base di riferimento (il +5,2 per cento dell’anno scorso) è decisamente più elevata del +3 per cento del 2022 e poi a causa delle tensioni commerciali con gli Usa e con la Ue che potrebbero aggravarsi e incidere maggiormente sull’economia cinese.

Carlo Marino

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Esperto in relazioni internazionali. Giornalista della European News Agency (Germania), corrispondente da Roma.